European Interreligious Forum For Religious Freedom

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Spain before religious minorities: learning from our mistakes
Speech given the 16 October 2013 in Brussels at the Seminar "Freedom of opinion, religion and belief — Persecution of, and discrimination against, minority-groups" Organized by EIFRF with the partnership of
• The Gerard Noodt Foundation for FoRB
• UNITED SIKHS
• Pro Europa Christiana
• Soteria International
• CAPLC Europe
• FOREF Europe
• EMISCO



Rédigé par EIFRF le Wednesday, November 13th 2013 | Comments (0)

EIFRF, as partner of the All Faiths Network, would like to share with you the following invitation:


Special parliamentary event in the House of Lords: “Dialogue and the Challenge of Extremism - Has Interfaith Gone Wrong?”
You are cordially invited to a special parliamentary event to mark national Inter Faith Week:
 
“Dialogue and the Challenge of Extremism
Has Interfaith Gone Wrong?”
 
CONFIRMED SPEAKERS, WITH MORE TO FOLLOW:
 
Revd Peter Colwell, Churches Together in Britain and Ireland
 
Mr Douglas Murray, Henry Jackson Society
 
Mr Sam Westrop, Gatestone Institute
 
Sheikh Muhammad Al-Hussaini, Westminster Institute
 
TUESDAY 12 NOVEMBER 2013 AT 5.30PM PROMPT START
AT THE HOUSE OF LORDS
 
Nearest tube: Westminster. Please go to the St Stephen’s Entrance to Parliament and
allow at least 30 minutes to pass security screening
 
Religiously-motivated violence and extremism pose a challenge for interfaith organisations.
What is the best way for faiths to work together to challenge such extremism, and are we talking
to the right people? Is public government funding for this work being properly spent? Has
interfaith gone wrong, and how can we make it work?
 
The Inter Faith Network for the United Kingdom, and its member organisations, including the
Muslim Council of Britain, Islamic Foundation and Board of Deputies, have been invited to
take part on the panel, and to offer Muslim, Jewish and Christian representatives to speak at this
important event.
 
This panel discussion will take place in the presence of the national media and will be filmed.
 
Registration is required in advance for security purposes. If you would like to attend or for
further information, please write by e-mail to events@allfaithsnetwork.org.uk
or call 020 3411 7596 or 07979 750293.

Rédigé par EIFRF le Monday, November 4th 2013 | Comments (0)

Interview with Senator Marco Perduca about the actions and funding of the anti-sects squad in Italy (special police task force). In English, subtitles and transcript in Italian.


OSCE – SIDE EVENT ORGANIZZATO DA SOTERIA INTERNATIONAL
 
Varsavia - 26 Settembre 2013
 
 
Senatore Marco Perduca 
 
 
In merito alla sua interrogazione parlamentare Squadra Antisette della polizia - SAS
 
Perduca: volevamo sapere perché nel momento in cui il governo sta tagliando i fondi ad altre agenzie governative, abbiamo deciso di investire fondi per sorvegliare questa gente che viene chiamata “sette”. Così volevamo sapere quanti soldi vengono spesi per questa squadra antisette. Volevamo anche sapere in che modo opera questa squadra, perché si apprende da Internet che alcuni gruppi vengono usati come consulenti. E questi gruppi usati come consulenti sono divisi in due categorie: il primo gruppo, e il più strutturato,  che lavora con il governo da molti anni fin dall’inizio della squadra antisette, è una comunità che prende il nome da un papa. Perciò c’è già una organizzazione religiosa, la comunità Giovanni XXIII, che lavora con la polizia per “verificare e investigare”, perché l’interpellanza riguarda anche i metodi di investigazione. Verificare e scoprire se è un culto o una setta che sta facendo delle cose…, senza dire necessariamente che tipo di cose si pensa vadano contro la legge. Perché in Italia non abbiamo reati che potrebbero in realtà essere usati per perseguire questa gente.

Il secondo gruppo, è un gruppo di associazioni anti-sette, perciò abbiamo già un pregiudizio iniziale: persone che già hanno un ordine del giorno, che stanno cercando di portare avanti questa agenda grazie a un’entità governativa. Perciò volevamo capire quanti soldi vengono spesi, e il modo in cui questi gruppi operano. Perché a volte, e le conclusioni di queste “indagini” lo hanno dimostrato, i metodi usati hanno evidenziato i problemi dell’operato di questi gruppi. Così spetta al governo, a distanza di un certo numero di anni dalla creazione di questa squadra, valutare che cosa sta facendo, come lo sta facendo e quali sono i risultati. Da quanto abbiamo appreso attraverso fonti pubbliche, non ci sono stati risultati. Inoltre, alcuni di questi consulenti hanno anche tenuto comportamenti scorretti, a volte anche la polizia. È per questo che volevamo sapere che cosa sta succedendo. 

[l’interpellanza] è stata presentata alla fine del 2012, eravamo alla fine della XVI legislatura, dopo parecchi mesi di udienze tenute dalla Commissione Giustizia per cercare di reintrodurre un reato cancellato dalla Corte Costituzionale nel 1981, cioè la manipolazione mentale, la coercizione mentale, noto anche come plagio. So che in inglese il significato è diverso, ma questo è il modo in cui lo definiamo in italiano, eredità del codice penale fascista. Durante questo procedimento si sono ascoltati anche entrambi i gruppi usati come consulenti dalla squadra antisette, ma non ci sono state udienze relative alla squadra antisette.  Il Presidente della Commissione ha deciso di non convocare e non ascoltare direttamente queste persone “sul campo” su ciò che facevano o come lo facevano. 
 
 – Domanda: le è stato chiesto di ritirare l’interrogazione, e perché?
 
Perduca: Questa interrogazione era stata modellata su un’altra interrogazione parlamentare presentata qualche tempo prima da un senatore che poi la ritirò. Anche a me è stato chiesto di ritirarla. Non è il modo in cui un membro del parlamento dovrebbe lavorare. Innanzitutto, se c’è
qualcosa da nascondere penso sia tuo dovere insistere per veder svelato questo segreto. In realtà io non so se c’era qualche segreto, forse c’erano coinvolti dei soldi o qualche ulteriore problema psicologico da parte dei rappresentanti di quelle organizzazioni che ho poi incontrato, ma non spetta certo a un membro del parlamento persuadere un altro membro del parlamento a ritirare un testo formale. Non è quello il modo in cui si fanno le cose. In particolare se stiamo parlando di qualcuno che lotta contro le sette pericolose. Ti stai comportando in modo molto elusivo, che non è certamente quello che dovresti fare.  
 
 – La SAS è conforme alla democrazia e alla Costituzione italiana?
 
Perduca: ritengo che in una democrazia, se prendi la decisione importantissima di creare un ulteriore gruppo investigativo della polizia con un obiettivo specifico, dovresti prima avere un dibattito in parlamento, perché è quello il luogo in cui facciamo le leggi. Volevo capire qual era il fondamento logico dell’istituzione di questa squadra. L’altro problema esistente ogni volta che trasferisci alla polizia questo grosso potere investigativo, anche consapevoli del modo in cui la polizia italiana opera, è che corri il rischio di violare i diritti umani, se non tieni monitorato il modo in cui la polizia lavora. E qui torniamo alla radice del problema: vorrei sapere perché in Italia abbiamo bisogno di un gruppo di persone che persegue questo tipo di comportamento, perché non c’è nessun reato. Nella nostra Costituzione abbiamo l’art. 8 che protegge il diritto alla libertà di religione e credo; c’è la Convenzione Europea sui Diritti Umani, art. 10, che dice la stessa cosa. Volevamo capire se esista un motivo specifico… a cominciare dal fondo, dalla creazione di questa squadra antisette, salendo su su su fino in parlamento, per reintrodurre un articolo del codice penale fascista. Ritengo che ogni volta in cui prendi di mira qualcosa che ha a che fare con la scelta (individuale), corri sempre il rischio di andare contro i principi generali della nostra Costituzione. Oltre a violare i principi generali, stai anche creando, in un certo senso, la percezione che in realtà se tu decidessi di entrare in uno di questi culti o sette, potresti stare violando alcune norme. Il che è completamente falso, perché nel nostro codice penale non c’è nulla che dica una cosa del genere. 
 
In caso, stai aggiungendo problemi alla tua libertà di scelta creando in un certo senso questa atmosfera di intimidazione: stai attento, perché se farai quella cosa io posso sguinzagliarti dietro la polizia.  E questo può venir detto da un parente, un genitore, un amico, un nemico, da chiunque abbia dei problemi con te, indipendentemente dalla tua scelta, con TE. Perché possono attivare la polizia contro di te, senza alcuna base legale ma grazie a un certo tipo di meccanismo che è stato stabilito in modo amministrativo, non in modo legale e politico. E questo è un problema grosso. E se, anche come membro del parlamento, non puoi fare un doppio controllo sul come funziona questo gruppo, allora il cerchio si chiude e il problema è enorme. 
 
 

Rédigé par EIFRF le Sunday, October 27th 2013 | Comments (0)

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